CyLock, chiude un round di finanziamento da 500 mila euro con Scientifica Venture Capital come Lead Investor. A questo round hanno partecipato anche CDP Venture Capital SGR, Startup Wise Guys tramite l’acceleratore Cyber Xcelerator, ed Exor Ventures.
Questo nuovo finanziamento si aggiunge ai 320 mila euro già raccolti da CyLock attraverso l’Acceleratore Cyber Xcelerator, parte della Rete Nazionale di CDP Venture Capital, insieme a Zest Group e InnovaVenture, il fondo di Venture Capital finanziato dalla Regione Lazio, oltre a diversi Business Angels.
“Non vogliamo fornire un’altra dashboard per gli specialisti della sicurezza. Abbiamo cambiato radicalmente la prospettiva, passando da una dashboard di gestione delle vulnerabilità a uno strumento che offre soluzioni concrete per fermare gli attacchi hacker”, afferma Diego Padovan.
Il team di CyLock ha creato e sviluppato il software EVA, progettato per consentire sia a personale specializzato che non specializzato nel campo della cybersecurity di testare i sistemi IT. EVA rappresenta il primo extended vulnerability assessment, andando oltre i tradizionali test grazie a soluzioni mirate a chiudere le porte agli attacchi hacker. Questo è particolarmente significativo in un’era in cui la carenza di esperti in cybersecurity rende le organizzazioni più vulnerabili, con danni stimati intorno ai 6.000 miliardi di dollari all’anno.
“Siamo entusiasti di aver investito in CyLock, una startup che intende riprogettare la sicurezza informatica introducendo uno strumento automatizzato, pronto per essere applicato in qualsiasi contesto ed adatto a tutti”, commenta Riccardo D’Alessandri.
“Questo ulteriore investimento in CyLock dimostra come, attraverso i programmi della Rete Nazionale Acceleratori di CDP Venture Capital, vogliamo sostenere la crescita di startup specializzate in diversi ambiti di mercato. CyLock ha sviluppato una tecnologia concreta che offre una soluzione di cybersicurezza accessibile anche a personale non specializzato, ampliando la protezione contro le minacce digitali e proteggendo le infrastrutture IT delle organizzazioni”, conclude Stefano Molino.